[3]
La posizione sociale della donna
di
Ludmilla Assing
Milano
Tipografia e Libreria di Giuseppe Chiusi, Editore
Via Pietro Verri, Num. 2
1866
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Proprietà dell'IGEA - Giornale d'Igiene e Medicina preventiva
Tolto dall' Anno IV, 1866
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Sentismo tutti che la società nostra va incontro a grandi transformazioni. Siamo in quella fase penosa di transizione, in cui la più gran parte delle leggi di morale, di giustizia, di onore, che adesso governano ancora, non hanno più vita, e richiedono riforme. Chi vorebbe negare che viviamo in mezzo a mille bugie, a maschinità puerili, a pretensione ipocrite, a vanità e pregiudizj di ogni genere? chi vorebbe contestare che la civiltà nostra è stretta in forme petrificate, le quali non corrispondono più ai bisogni dell'umanita! Le anime accese dalla face del progresso soffrono di un tale istato di cose, in lotta continua e dolorosa fra leggi che ritengono per false e dannose e fra le proprie convinzioni. Le persone indifferenti o egoiste invece adulano ciò che vale pel momento e serbando solamente le apparenze, le usufruiscono secondo il loro interesse. Quante ingiustizie, quanti autodafé morali, saranno aboliti dal legislatore [6] dell'avvenire, che l'umanità emancipata saluterà come il suo liberatore! Vedremo sorgere un'altra religione, un'altra morale ed altri costumi.
Ma non illudiamoci! Ogni formola divenuta fissa, diviene irremediabilmente col tempo un limite, che restringe il libero slancio dello spirito e del cuore, e cerca d'agghiacciare la fiamma ardente di sentimenti agitati e di nobili passioni [edle Leidenschaften] che hanno il diritto di esistere e conducono l'anima spesso nelle più alte sfere in cui è permesso di involarsi. Ogni legge, ogni dottrina sociale, rimarrà mai sempre incompleta, e perciò chi vuole veramente il bene, dovrebbe più di tutto farsi ispirare le sue azioni dalla propria coscienza. Cercare la verità sotto le formole, sotto le apparenze false, confessaria sinceramente, sarà l'unica via di salvezza.
Si potrebbe lungamente discutere sui miglioramenti i più urgenti della nostra civiltà: ne sceglieremo questa volta un argomento solo: la posizione sociale della donna.
Non siamo promoti di quell'emancipazione, secondo noi, mal compresa, che tende a rendere la donna totalmente uguale all'uomo. No, se essa rinunzia alla sua specialità di donna, perde il suo più bel prestigio; se cerca di rassomigliare all'uomo, si spoglia della delicatezza, della grazia e dolcezza innata in essa, senza acquistare la forza maschile, e non riesce ad altro che a cambiarsi da fata benefica in una strega. Molti mestieri e molte occupazioni dell'uomo non converanno mai alla donna. Dessa può essere, per esempio, una buona infermiera, ma non avrà mai la fredda energia di fare le operazioni d'un chirurgo. Essa potrà, talvolta, ispirata da amor di patria, portare la bandiera sul campo di battaglia, come Giovanne d'Arco, la vergine di Orléans [Jeanne d'Arc, die Jungfrau von Orléans]; ma sarà sempre un mediocre soldato. La donna non puó esser [7] grande che rimanendo nella sua sfera, è come il cigno, il quale sulle onde limpide e splendenti è leggiadro e maestoso, ma, quando, volendo aggrandire il suo regno, abbandona l'acqua e passeggia in terra, divien brutto e ridicolo.
Esaminiamo un poco come l'uomo (perchè finora questo solo è stato legislatore), ha trattato la donna. Qual esempio come dessa fu quidicata nel passato, basta citare che uomini di scienza profondo hanno discusso lungamente la questione se la donna possieda un'anima o no! - Conoscete la favola dell'Ondina [das Märchen der Undine], ninfa leggiadra del fiume, che riceve, l'anima dall'amore, che sorgente di delizie e di dolori che le furono finora sconosciuti, svolge e trasforma tutto il suo essere. La donna, la quale non sa amare, che non è capace di sentire affetto, questa è veramente senza anima, ma questa è rarissima eccezione, che puó chiamarsi una trista aberrazione della creazione, essendo una donna senza affetto una contraddizione di sè stessa.
Dunque, se non potete negare l'anima alla donna, dovete concederle la libertà e i diritti, che spettano al ogni essere umano, dovete liberarla da questa schiavitù e dipendenza forzata che le toglie la sua dignità e facilmente la conduce alla falsità ed alla menzongna!
L'uomo, come se temesse di scatenare tutto ciò che è nascosto di vita originale, di forze, die desiderj, di talenti, di passion nella donna, ha cercato di frenarla e di addormentarla con occupazioni meccaniche come se ne danno ai prigioneri. In questa intenzione le insegnava che i doveri della donna si limitassero, oltre all'essere buona sposa e buona madre, al filare, al far le calze, [8] al cucire e ricamare, al badare alle cose domestiche, alla cucina, alla biancheria, ecc., ecc. E la poveretta si gettava coll'attività di una formica, con uno zelo degno di uno scopo più alto, in questi lavori monotoni, che il suo despota le assegnava. La coltura della mente le fu rappresentata come secondaria o totalmente inutile: l'uomo, senza riflettere che senza ragione, senza intelletto e principj chiari, non si può neppure esser veramente buona sposa e madre, le vietò di pensare e di giudicare con libertà, di indagare di spontaneo impulso; ella doveva sottomettersi ciecamente alle opinioni suggeritele, doveva farsi condurre dall'uomo come una bambina, senza alcuna volontà propria.
Intanto i secoli camminano, ed un progresso seque l'altro; anche l'industria si svolge potentemente, ed ogni giorno si inventano nuove macchine, le quali, facilitgando il lavoro, modificano i costumi. Si inventano prima i filatoj, che recano inutile il filare della donna al focolare domestico: tanto meglio! non aveva fore troppo da fare? - Le macchine cominciano poi a fabbricare le calze: non fa niente! rimangono ancora assai dei doveri suaccennati alla donna. Ma adesso sale fuori pure una machhina che cuce; questo divien serio! Ed i socialisti fanno progetti di stabilimenti comuni per la cucina, per lavare la biancheria, ecc. ecc., progetti che trasformeranno l'interno delle case, e se non sono eseguiti fin adesso tutti, lo saranno indubitatamente domani o posdomani. Che spavento! Come? Le macchine inanimate, senza spirito e senza cuore, potrebbero fra poco supplire in tutto alla donna, eccetto di essere moglie e madre? E di poter adempire ai doveri di moglie e madre non è concesso a tutte; vi è un gran numero che non vuole o non puó prender marito, poi altre che divengono vedove, che non hanno figli, o che perdono anche questi; cosa rimarrebbe a tali donne? Soltanto ciò che fanno le [9] macchine? No! Davanti tali fatti, la donna deve svegliarsi dal suo lungo sonno, e vendendosi ingannata con una falsa dottrina, deve cercar essa medesima a convincersi in che consista la sua vera missione.
La missione della donna, la sua vera destinazione è - non di esser uguale all'uomo - ma la degna compagna dell'uomo, capace di dividere i suoi pensieri come i suoi sentimenti, di essergli ajuto e consolazione in ogni circostanza. La donna ha il dovere quanto l'uomo di educarsi, di svolgere le proprie qualità mentali e morali, di formare il suo intelletto, di coltivare il suo spirito, e tanto più riescirà in questo scopo, più sarà potente nella sua missione.
Che la donna possa secondare l'uomo nell'amor di patria e la devozione per la libertà, lo dimonstrarono madama Roland, Eleonora Pimentel e tante altre, che salirono con dignità sul patibolo. Nelle sfere della filosofia, della scienza, delle arti e della poesia, la donna potrà difficilmente entrare in rivalità coll'uomo, perchè possiede in minor grado di esso la forza creatrice del genio ed il severo concentrameto dei pensieri. Abbiamo avute eccezione brillanti, donne della più grande erudizione, artiste chiarissime e potesse splendeti, e saranno molte di più in questo genere nell'avvenire, quando le saranno forniti liberamente i mezzi di educarsi; ma finora almeno non si è mai visto e non si vedrà probabilmente mai un Fichte o un Hegel, un Rafaello o un Michelangelo, o un Dante, un Goethe o un Shakespeare femminino. Ad ogni modo la donna potrà, oltre di trovare essa medesima conforto e gioja in queste sfere, seguirvi l'uomo, essendo anche ivi la sua compagna; ed in questo, ci pare, aver accennata alla sua vera indole. Possiamo figurarci Adamo che passeggia solo nel giardino di Eden, unico essere nella creazione; ma Eva no! La donna [10] non può esistere senza l'appogio d'un amico; la donna, sia forte o debole, coraggiosa o timida, profonda o superficiale, di spirito elevato o semplice, non può vivere per sè stessa; ha nella sua organizzazione, sublime, se volete, ma incompleta, il bisogno di essere protetta, sostenuta, sorretta dall'uomo, al quale consacra in cambio tutta la sua esistenza. Ed ella preferisce pure ad una felicità egoistica, di sacrificarsi per esso, e non è felice che quando può addolcirgli la vita. Più è compagna, e più è donna, più si assimila alle tendenze ed occipazioni dell'uomo al quale si è dedicata e più adempìe alla sua missione.
Se può esser moglie, se può godere della felicità di esser madre, dipende dal destino, ma non corrisponde meno alla sua destinazione, non è meno donna, in qualunque altro affetto degno e sincero, sia come figlia, sorella od amica. L'affetto è una stessa fiumana, che si divide in diversi rami e prende varj colori, ma questi hanno la medesima sorgente, il cuore; e più l'affetto è intenso e forte e più rassomigliano l'uno all'altro. Anche la celebre Sabina di Steinbach, che ajutava il padre suo Ervino nel suo studio di soltura, e divenendo grand'artista essa medesima, eseguiva le belle statue le quali ornano la cattedrale di Strasburgo, è donna! E la Elisabetta Sirani, figlia di Andrea, che imparava la pittura dal padre e dal suo illustre maestro Guido Reni, è donna! È donnapure la sorella del famoso astronomo Herschel, Carolina, che vegliava con esso le lunghe notti per osservatore le stelle, e la quale, quando egli dovette partire de Londra, per visitare la madre, si mise col teloscopio al posto del fratello, e fu ricompensata dal suo zelo scoprendo una cometa! Le donne di Weinsberg, che vincendo la loro debolezza fisica, portarono i loro mariti, per salvarli, sulle proprie spalle fuori dalla fortezza assediata, erano donne anch'esse! Tutti questi esempj diversi di attività ardita e di devozio- [11] ne, provano sempre la stessa cosa; cioè quanto morbida e cedevole sia questa creta troppo fina, dalla quale son fatte, secondo Lessing, le donne (1), e dimonstrano che è sempre e sempre l'amore che anima questa creta.
[Fußnote auf Seite 11, zweisprachig]
(1) Lessing, Emilia Galotti. - Atto 5.:
"Edoardo. Das Weib wollte die Natur zu ihrem Meisterstücke machen. Aber sie vergriff sich im Thone; sie nahm ihn zu fein. Sonst ist alles besser an Euch, als an uns." - La natura voleva fare della donna il suo capo d'opera. Ma sbagliò la creta; la prese troppo fina. Nel rimanente, tutto è meglio in voi che in uoi!"
L'uomo nel suo egoismo teme che la donna di genio e di mente alta possa forse trascurare le virtù domestiche. Errore! Guardate Minerva stessa, la risplendente figlia di Giove, la diva della saviezza, della guerra e delle arti: è pure bravissima nel filare e ricamare, è modello di eccellente donna di casa, insegna agli uomini a spremere l'olio dall'oliva. Se preferite un esempio fuori della mitologia, un esempio italiano, citeremo la celebre Laura Bassi, che fu coronata ed aggregata al Collegio filosofico dell'Università di Bologna qual professore. Questa donna dottissima, che dava lezioni latine sulla fisica, e fu ammirata per la sua scienzia stupenda, era nell'istesso tempo la moglie affettuosa del dottore Giuseppe Verati ed era madre tenera e coscienziosa di dodici figli. Dove è ragione e affetto, l'uomo può fidare di trovare la felicità domestica.
È cosa strana il vedere come una donna di sommo genio, costringendo all'ammirazione, ispira pure agli uomini distinti, i quali sono in grado di apprezzarla, una certa apprensione. Sospettano che là dove lo spirito brilla e fiorisce, il cuore debba esser freddo e sterile, come se lo spirito fosse l'opposto del cuore, la con- [12] traddizione di esso, come se le facoltà del cuore fossero più potenti in una persona semplice e stupida, come se lo spirito e il cuore non fossero due qualità sorelle! Temono poi di non poter esercitare influenza sopra una tale donna, e di esserne anzi dominati; ma anche questo è un errore: la donna è conscia della sua propria debolezza, che anche il più grand ingegno non puo toglierle, e sente sempre questo bisogno di appoggio di cui parlammo avanti, sia essa una Saffo,una Corinna, una madama di Stael od una contadina ingenua di sedici anni.
L'orgoglio maschile si rivolta al pensiero che la donna in possesso di una libertà più estesa, ne possa usare per governarlo. E però un timore della debolezza, perchè l'uomo forte e energico non perde nulla del suo prestigio, anzi guadagna piuttosto quando si dimostra condiscendente verso la donna che ama. Ercole che si mette a filare alla rocca della bella Omfale, non rimane per questo meno il semidio e l'eroe; mentre il Barbebleue che spotica poi è una eccezione; la donna, in generale, anela [ancla?] ad essere guidata, sente una certa voluttà nel cedere, e se decide di prendere le redini, lo fa soltanto nella necessità, vendendone l'uomo incapace.
Dunque non temete nulla della libertà giusta, dell'educazione della donna; emancipate il suo intelletto, lasciatela liberamente occuparsi di scienza, ispirarsi nelle bellezze dell'arte e della poesia, lasciatela riflettere e pensare, coltivare i suoi talenti, aspirare a tutto ciò che è bello, perchè nel bello è sempre compreso il biono; lasciatela leggere e prender parte ai destini della sua patria, e siate certi che per tutto ciò non sarà meno affettuoso il suo cuore. Nella donna è innato il desiderio di rendere felicissimo chi la ama, es più è colta e distinta, più mezzi avrà di sod- [13]disfare a questo desiderio, e la ricchezza di nobili facoltà che possiede, servirà a rendere più ricco colui al quale darà la sua anima in dono.
Fra i sentimenti della donna primeggierà sempre l'amore, io cui possiede quella concentrazione, che le manca nella filosofia, nella scienzia e nell'arte; l'amore è la sua religione, che, come ogni religione, ha talvolta il suo fanatismo. Mentre l'uomo può si ferma talvolta presso un fiore od un altro, si sente atratto dolcemente da una parte dalla bellezza, dall'altra dal cuore, da una terza dallo spirito o dall'abilità; la donna, se ama, si getta, dopo aver comattuto invano, con una esclusività frenetica sull'oggetto della sua passione: cuore, anima, spirito, intelletto, fantasia, sensi, tutto si accende di amore in essa e si trasfonde in una sola fiamma. Si vuole di molto per spegnere un tale sentimento; l'uomo cambia il suo amore in odio quando si vede tradito: la donna invece, odia forse in questo caso la sua rivale, ma, disgraziata com'è, non finirà mai totalmente d'amare l'amico infedele, e se anche nella disperazione lo ammazzasse, si nasconderebbe in quest'atto violento e feroce, una scintilla del sentimento del passato.
L'affetto vero, questa forza misteriosa ed invincibile, che ci attrae verso un altro essere, nel quale crediamo riconoscere un'anima compagna alla nostra, è sempre santo, bello e buono, e chi volesse biasimarlo, biasimerebbe i sentimenti i più generosi e virtuosi: la devozione, l'abnegazione, il sagrificio di sè stesso, l'entusiasmo, l'ammirazione, la credenza, la fiducia, perchè tutti questi sentimenti sono compresi in quest'uno che si chiama amore.
La formola legale del matrimonio che ha il bene pratico di assicurare la posizione della famiglia nella società, sarà sempre scelto [14] volontieri da due persone che si amano reciprocamente, poichè ogni vero e completo affetto reciproco è difatti già un matrimonio, e la formola non potrà nulla aggiungere alla sua intensità. L'amore non è amore, se non crede all'eternità della sua durata, e così, chi ama, non sente limitata la sua volontà in un legame che corrisponde al suo cuore. Ma dove l'amore non è, od è fuggito, il matrimonio diviene immorale e basso, malgrado gli onori, che gli faccia la società.
La prima virtù dell'uomo come della donna nell'amore, è la verità, la sincerità; se i sentimenti non si possono comandare, sincero si può esser sempre; basta di averne il coraggio morale. Pel tradimento non esiste mai una scusa, e quanto biasimevole e perverso possa esserlo nell'uomo, lo è di più nella donna, perchè nell'uomo l'amore non è che una provincia del suo essere, nella donna l'amore è tutta la vita, tutta la donna. L'uomo che tradisce il marito o l'amante, è perduta.- Non vogliamo condannare troppo severamente; il conflitto fra il dovere e la passione cagionerà sempre tragedi sociali. Chi ama, non potrà mai, neppure colla forza della volontà, estinguere o scemare la fiamma accesa; dipende dal volere soltanto di frenarla negli atti. Felice chi, in questa lotta funesta, sa vincere, e fuggire a tempo incantevole abisso! Chi vi soccombe, deve almeno alzarsi presto, perchè certo è che una donna che perdura in tale posizione indegna di menzogna, si rovina moralmente.
Le leggi, i guidizj della società attuale, son diversi, lo sappiamo, e li accusiamo della più grande ingiustizia ed immoralità. - Del matrimonio la società fa una caricatura, lo rabbassa ad una assicurazione mercantile, ad una speculazione di interessi. La società [15] sanziona la menzogna, la bassezza, la falsità, purchè soltanto sieno serbate queste misere apparenze. La moglie che tradisce il marito, l'uomo che le fidava il suo nome, il suo onore, il padre dei suoi figli, non incontra biasimo, se serba le apparenze; se bada di evitare scandali, se il marito non le ritira la sua protezione. La società, vantandosi con superbia di moralità e di buoni costumi, finge ipocritamente di non accorgersi di nulla, ed onora la moglie adultera come se fosse un modello di virtù. - La donna che prende marito senza affetto, se è consapevole di ciò che fa (se non lo è ancora, ne ricade la risponsabilità sui parenti, che sacrificano in tal modo la loro figlia), è una donna che si vende. La donna che si abbandona ad un uomo per speculazione, senza esser incantata dalla passione, si avvilisce, e nulla importa che quest'uomo sia il suo marito legale; dovendo fingere ogni giorno un sentimento che non ha, la sua vita intiera diviene un'immensissima falsità, che come un veleno disstrogge tutto ciò che era in essa di facoltà nobili e belle. Ma anche questa donna gode dei pieni onori della società, Oh, se si facesse così, ispirati dalla religione del questa povera razza umana, amnistia tutte, non voremmo limitare tale generosità al tout comprendre, c'est tout perdonner! di madama di Stael. - Ma la società non conosce tali sentimenti: essa dà tali sentimenti: essa dà alla menzogna, all'egoismo ed all'ipocrisia l'aureola della virtù, e disprezza invece la ragazza ingenua che nello senza aspettare la benedizione del prete o il patto legale del matrimonio. È stata imprudente, si, imprudente verso sè stessa, di cedere e di fidare nell'amante, ma non ha commesso nulla contro la propria dignità, contro la moralità, contro la virtù e non merita l'anatema della società.
[16] Emancipate l'affetto, rispettatelo in qualunque forma si manifesti: riconoscete in esso una scintilla divina, e dategli il diritto che accordate invece alla formola agghiacciata che nasconde nel suo interno la menzogna. Emancipato la sincerità, la verità, la coscienzà!
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